TH Resorts posticipa l’apertura dei nove alberghi in montagna dislocati in Piemonte, Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige.
“Una decisione sofferta, ma che siamo costretti a prendere stante le condizioni attuali, consci della gravità dell’emergenza in atto e che l’attenzione deve essere rivolta in primis alla salute” – dichiara Graziano Debellini Presidente di TH Resorts, azienda leader nel turismo montano con una quota di mercato pari al 23% circa.
La scelta di non aprire adesso, in un periodo di alta stagione, è stata obbligata dalla situazione di grande incertezza con turisti disorientati e le cui intenzioni di viaggio sono già seriamente compromesse dalla paura dell’infezione.
Per TH Resorts oggi non è possibile immaginare di avviare la stagione invernale, nemmeno applicando i rigorosi protocolli di sicurezza messi in atto questa estate, perché ancora non è dato sapere se sarà consentita l’apertura degli impianti sciistici e gli spostamenti tra regioni.
Un Natale con le piste chiuse è un colpo durissimo, visto che un terzo delle entrate della stagione invernale dell’azienda si realizza proprio nel periodo compreso tra l’Immacolata e l’Epifania.
Negli anni passati in questo particolare periodo dell’anno gran parte della domanda, sia interna che internazionale, aveva già programmato un periodo di vacanza presso una delle tante località di montagna. Quest’anno non è stato possibile strutturare un’adeguata campagna di promozione e vendita, e non essendo state definite dall’ Europa misure minime ma comuni non è dato sapere se ai turisti stranieri sarà consentito spostarsi da un paese all’altro.
“Non saremmo mai voluti arrivare a prendere questa decisione e abbiamo atteso fino all’ultimo, sperando che la situazione evolvesse in un altro modo – continua il presidente Debellini.
I risultati che abbiamo registrato questa estate, seppur distanti anni luce da ciò che avveniva in passato, hanno solo in parte restituito una boccata di ossigeno all’azienda che adesso si trova a dover affrontare anche una stagione inevitabilmente compromessa, un duro colpo per i tantissimi lavoratori anche stagionali, oltre 1.000 persone coinvolte. Abbiamo sempre garantito sicurezza e tranquillità ai nostri ospiti, cosa che con la pressione attuale sulle strutture ospedaliere locali, non ci sentiamo in grado di garantire. Speriamo con l’arrivo del 2021 di poter rivedere la nostra decisione, nel frattempo continueremo a investire risorse importanti per adeguarci agli standard richiesti e a tutte le misure di prevenzione, in modo da trovarci pronti e operativi nel momento in cui si potrà ripartire”.